LA SANITÀ’ INTEGRATIVA: L’EFFETTO COVID-19

Lo Tsunami che ha colpito il mondo intero, in questo inizio 2020, a causa del COVID-19 non ha precedenti dalla fine della Seconda Guerra Mondiale ad oggi.

Tutti i sistemi sanitari nazionali del Pianeta, hanno dovuto subire un cataclisma inimmaginabile tale da determinare criticità più o meno evidenti e l’Italia è stata, come tutti ben sappiamo, messa a dura prova, in special modo la Sanità Lombarda.

Quali sono gli insegnamenti che dovremmo trarre da questa sciagura dal punto di vista sanitario?

Al di là delle evidenti criticità del nostro S.S.N. , a causa di politiche volte ad disinvestire piuttosto che ad implementare la Sanità Pubblica , e senza entrare in sterili polemiche, in questo articolo analizzeremo brevemente il Servizio Sanitario Nazionale, concentrandoci sulla sanità integrativa e sulle prospettive future sul modello di Sanità auspicabile.

LE ASSICURAZIONI SULLA SANITÀ’ INTEGRATIVA

Ogni Nazione con economia e welfare sviluppati sostengono spese sanitarie crescenti e dovranno fronteggiare nuovi meccanismi di finanziamento del welfare.

In Italia, attraverso molteplici modifiche normative, la sanità è stata configurata secondo uno schema composto da più pilastri al fine di ottimizzare le finanze pubbliche e renderle sostenibili.

Per tale ragione, Al Servizio Sanitario Nazionale, che eroga le prestazioni di base, si sono affiancati quindi altri strumenti in grado di mantenere le caratteristiche di solidarietà del servizio pubblico, ma allo stesso tempo incentivare la sanità integrativa.

Si tenga presente che in Italia il pilastro della sanità integrativa della copertura sanitaria e dell’assistenza alla persona è alquanto complesso, poiché il Legislatore non è mai intervenuto in modo incisivo.

In ogni caso, tale la sanità integrativa è costituito da:

  • Fondi Sanitari Integrativi in senso stretto (“doc”) , ovvero, Fondi Integrativi del S.S.N. che hanno l’obiettivo di potenziare l’erogazione di trattamenti e prestazioni non comprese nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
  • Fondi “non doc, ossia Fondi integrativi del S.S.N. con l’obiettivo di potenziare l’erogazione di trattamenti e prestazioni non comprese nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA).
  • Società di Mutuo Soccorso o Mutue Sanitarie, enti del terzo settore che garantiscono agli iscritti (SOCI) servizi e prestazioni di tipo sanitario e assistenziale ispirate al principio di mutualità.
  • Polizze assicurative sanitarie che forniscono un livello di copertura su base individuale o familiare.

LA NECESSITA’ DELLA SANITÀ’ INTEGRATIVA E LA SPESA “OUT OF POCKET”

Pur soddisfando molteplici profili, il nostro sistema sanitario presenta notevoli gap mai risolti, pur rispettando i dettami fondamentali.

Difatti, nell’erogare servizi e prestazioni non sempre del tutto essenziali e senza opportune gradualità nella compartecipazione della spesa, ha avuto nel corso degli anni controversi in termini di tempi di attesa, finendo per compromettere gli stessi obiettivi di universalità e di tempestività delle cure essenziali che si prefigge di ottenere.

Conseguentemente, il ricorso alla sanità integrativa è generalizzato ma poco organizzato.

Una maggiore diffusione di coperture dei rischi sanitari migliorerebbe l’equità del finanziamento del sistema, ripartendo il costo dei risarcimenti su un più ampio insieme di soggetti esposti, riducendo la variabilità dei risarcimenti e quindi il costo atteso, contribuendo a una maggiore fedeltà fiscale sui consumi sanitari e a un maggior grado di protezione della popolazione.

Molte persone, per sopperire alle inefficienze della Sanità Pubblica , affrontato spese sanitarie di tasca propria (la c.d. SPESA “OUT OF POCKET)”, che nel 2006 hanno raggiunto una cifra pari a 33,9 miliardi di euro, secondo i dati ISTAT.

Tale meccanismo rappresenta una distorsione del sistema con effetti regressivi poiché  determina un accrescimento delle disuguaglianze tra ricchi e poveri e colpisce la singola famiglia, costringendola a pagamenti imprevisti e rendendola più vulnerabile dal punto di vista finanziario.

PROSPETTIVA FUTURA PER LA SANITÀ’ INTEGRATIVA

E’ lapalissiano osservare che, una maggiore diffusione della Sanità integrativa migliorerebbe l’equità del finanziamento del sistema, ripartendo il costo dei risarcimenti su un più ampio insieme di soggetti esposti, riducendo, parimenti, il costo atteso, migliorando la fedeltà fiscale sui consumi sanitari e la protezione per la nostra popolazione.

Ad oggi, il trend sull’utilizzo della sanità integrativa è in netto aumento, come emerso da uno studio riportato di recente, in un articolo del Sole24Ore, che stima la sanità integrativa per un ammontare complessivo che copre 13 milioni di italiani.

Anche la drammatica esperienza del COVID  – 19, ci dimostra che, nonostante la necessità di rafforzare il sistema del S. S. N. con investimenti che mirano a aumentare sia il capitale umano che le dotazioni infrastrutturali dei nostri ospedali, abbiamo bisogno di un riassetto normativo, al fine di gestire al meglio l’invecchiamento della nostra  popolazione.

La direzione auspicabile per il futuro sarà quella di favorire l’interazione tra Sanità Pubblica e Sanità Privata attraverso modelli di Sanità integrativa in grado di supportare il Sistema Pubblico, affiancandolo ma non sostituendolo perché, è sempre bene ricordare che, il diritto alla Salute è un diritto fondamentale sancito dalla nostra costituzionale.

Vedi anche:

SPESA SANITARIA PUBBLICA: LO TSUNAMI COVID-19

LE ASSICURAZIONI SULLA SALUTE: LA PANDEMIA COVID 19

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